tag:blogger.com,1999:blog-1949986281511252436.post264333458969572872..comments2015-07-28T08:44:04.702+02:00Comments on N.O.I. - Nuova Officina Italiana: Siamo noi i nipoti di Keynes: Per una discussione su decrescita ed economia - di Marino Badiale, Genova, Settembre 2013.N.O.I. - Nuova Officina Italianahttp://www.blogger.com/profile/09064136035825614192noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-1949986281511252436.post-26111594881412662492013-09-25T16:29:05.951+02:002013-09-25T16:29:05.951+02:00Riporto anche qui il commento già postato su Mains...<br />Riporto anche qui il commento già postato su Mainstream. <br /><br />"In sostanza, per te l'accordo tra decrescisti e Keynes sta nel fatto che entrambi immaginano una società in cui venga ridotto il tempo lavorativo.<br /><br />Mi pare che si tratti di una concordanza poco significativa. Keynes ( e Mazzetti bene ne tramanda il pensiero), pensa che l'economia crescerà tanto che il livello dei consumi potrà essere alto anche lavorando poco, mentre i decrescisti pensano che la riduzione del tempo lavorativo sia un mezzo per evitare di avere una produzione così alta da compromettere gli equilibri ambientali: mi chiedo dove stia la concordanza allora.<br /><br />Per quanto mi riguarda, mi colpisce sfavorevolmente il fatto che i decrescisti parlino di tempo libero (esattamente come i capitalisti in quest'aspetto),e quindi ammettino che parte del nostro tempo va ceduto per espletare attività considerate ineluttabilmente sgradevoli. Il tempo libero è appunto l'invenzione dei capitalisti a cui non basta essersi appropriato del tempo lavorativo, e vogliono lucrare anche del resto del nostro tempo: definirlo libero non solo implica che quello lavorativo non lo è per definizione, ma che è vuoto: Infatti,quando si dice che un posto è libero? Appunto, quando esso è vuoto, mentre il tempo di una persona realizzata non è mai libero, come non è mai interamente vincolato.<br /><br />Credo infatti che Latouche abbia su questo punto torto marcio, ciò su cui una politica ambientalista dovrebbe intervenire è invece sulla qualità del lavoro, e tanto per uscire dal generico, dal rifiutare la competitività. Insomma, invece di accettare che il lavoro sia sgradevole per definizione concentrando così gli sforzi sul ridurne la durata, dovremmo a mio parere riprenderci anche quel tempo tentando di rendere il lavoro il più gradevole possibile, senza l'obbligo di produrre più velocemente di altri. E' questa insensata competitività che rende il lavoro odioso, ed è su questo che si dovrebbe intervenire.<br /><br />Il puinto fondamentale è tuttavia costituito dal fatto che nei fatti è proprio la scuola di Keynes che si trova agli antipoldi dei decrescisti, proprio perchè, contrariamente ai monetaristi che privilegiano la stabilità, essi predicano come priorità la crescita: crescita contro decrescita, potrebbe esserci opposizione più assoluta?<br /><br /> continua dal precedente...<br /><br />La questione del rapporto con il pensiero di Keynes è più che mai di attualità oggi, visto che io trovo il modo sostanzialmente acritico con cui vasti settori che includono anche gli ambientalisti, nello sforzo di opporsi alla sventura dell'euro, finiscono per sposare le politiche espansionistiche di USA, UK e Giappone, apparentemente dimenticando come sia proprio la politica insensatamente espansiva, ad avere prodotto la crisi, Capisco che sitratti di un modo irrituale di seguire Keynes (alcuni parlano di monetarismo keynesiano), ma oggi è questo il modo con cui viene interpretata quella dottrina.<br /><br />Crtedo che invece si possa essere contro l'euro anche essendo fieramente contrari con le politiche insensantemente espansive di quei paesi che ho citato, ma sarebbe troppo lungo argomentarlo qui."Vincenzo Cucinottahttps://www.blogger.com/profile/18184543762214806551noreply@blogger.com